Fintech
Fintech: nel 2023 gli investitori si concentrano sul B2B
Cresce la percentuale di investimenti dedicata al settore B2B del comparto fintech, e le aspettative per quelle startup e aziende che hanno saputo ritagliarsi un ruolo complementare rispetto ai servizi e alle soluzioni presidiate dai player tradizionali.
Non è una caratteristica del solo segmento fintech, e non è neppure una novità delle ultime settimane, ma lo è per le dimensioni e il cambio di paradigma che potrebbe innescare: secondo i dati di Pitchbook, analizzati da Morningstar, gli investimenti nel fintech "retail" B2C potrebbero essere entrati in una fase prolungata di contrazione a vantaggio degli investimenti nel fintech B2B, quello meno esposto ai cambiamenti delle abitudini dei consumatori.
Le startup che hanno infatti raggiunto la maggiore visibilità negli ultimi anni, attive nel mondo dei servizi ai consumatori finali per quanto riguarda i servizi di pagamento, di risparmio, di investimento e di trasferimento del denaro tra utenti, potrebbero andare incontro a una severa selezione naturale sull'onda lunga del rialzo dei tassi di interesse e della crisi di intermediari quali Silicon Valley Bank, punto di riferimento per le startup di questo settore.
Al contrario, il mondo del fintech B2B sembra essere entrato in una interessante fase di ascesa, in virtù di una maggiore predisposizione degli investitori a finanziare imprese dai fondamentali solidi o che comunque ambiscono a rivolgersi a una platea potenzialmente globale di clienti interessati a trovare soluzioni alternative a quelle offerte dalle banche, in mercati già preesistenti e aperti all'ingresso di nuovi player più convenienti, economici o semplicemente più evoluti degli operatori tradizionali.
Non sorprende, in questo senso, che i dati di Pitchbook riportino un 79,7% totale di investimenti rivolti al settore Business-to-Business sul totale degli investimenti dedicati al settore nel corso del 2023, in netta crescita dal 62,2% dell'anno precedente. Il mercato relativamente contenuto in termini di numerosità delle aziende, l'attenzione alla profittabilità di breve periodo delle aziende stesse da parte degli investitori, la spinta da parte delle autorità globali nei confronti di una maggiore innovazione nel settore sono tutti criteri che possono alla lunga influire su una crescita ancor più sostenuta di quanto vista finora.
Se da un lato, come fa notare anche MorningStar, rimane critica la situazione di molte fintech che hanno ambito - forse un po' troppo presto - a sostituirsi in toto alle banche, diventando istituti finanziari a loro volte, le prospettive sembrano essere decisamente più confortanti e ottimistiche per quelle aziende - come quelle attive nel settore dell'invoice trading online - che ambiscono a fornire soluzioni alternative o ancor meglio complementari ai player tradizionali, senza tuttavia abbandonare il proprio status di aziende tecnologiche ancor prima che finanziarie. Un’ipotesi, quest’ultima, già confermata da alcuni casi di successo, e che i dati dei prossimi mesi potranno ulteriormente mettere alla prova.