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Cessione del credito

Factoring, anticipo fatture, ma non solo: come funziona il mercato del supply chain finance italiano


I dati sulle principali soluzioni utilizzate dalle imprese elaborati dall'Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management del Politecnico di Milano e il "paradosso" delle PMI italiane, alla costante ricerca di accesso alla liquidità.

Marzo 25, 2024

Resiste l'inflazione, i tassi di interesse calano troppo lentamente, l'accesso al credito bancario diventa sempre più problematico: non è un caso che in uno scenario di questo tipo cresca l'interesse verso le soluzioni di supply chain finance da parte soprattutto delle piccole e medie imprese, le più colpite dallo scenario avverso di questi ultimi mesi.

Secondo i dati dell'Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management del Politecnico di Milano, le soluzioni più diffuse quando si tratta di credito di filiera restano il factoring, per un valore totale di 60,4 miliardi di euro, e l'anticipo fatture, per un valore di 54 miliardi di euro, entrambi stabili rispetto ai valori raggiunti nel 2022. Al terzo posto segue, da lontano, il reverse factoring con 8,9 miliardi di euro di valore e una crescita del 10% anno su anno.

Distanziati, ma in forte crescita, risultano essere il Dynamic Discounting (+32%, valore totale 700 milioni di euro), l'invoice trading (+24%, 500 milioni di euro), la Carta di Credito B2B (+13%, a quota 3,5 miliardi di euro) e il Purchase Order Finance (+1%, per 1,1 miliardi di euro totali). Cala, seppur solo del 2%, il Confirming (1,6 miliardi di euro di valore nel 2023). Strumenti alternativi, questi ultimi, capaci di fornire un accesso agevolato alla liquidità in maniera più flessibile e spesso più tecnologicamente avanzata dei fornitori di servizi maggiori.

Rimane ampio, tuttavia, il potenziale di crescita del mercato del supply chain finance: su un valore totale di 130 miliardi di euro coperti dalle soluzioni esistenti, il valore totale del mercato potenziale del credito di filiera si colloca nel 2023 in una forbice compresa tra i 563 e 575 miliardi di euro di crediti commerciali, segnale di un possibile bisogno inevaso dalle soluzioni più diffuse (factoring e anticipo fatture, non a caso stabili anno su anno) e che potrebbe beneficiare di servizi e piattaforme alternative.

Il problema, se così si può chiamare, è anche di tipo informativo: dall'indagine del Politecnico emerge come le piccole e medie imprese italiane esprimano una forte necessità di trovare nuove soluzioni di finanziamento, ma siano al tempo stesso poco consapevoli delle opportunità offerte dal supply chain finance. In uno scenario che le vede fare i conti con un ciclo di cassa molto lungo (103 giorni in media) e che le espone e una notevole vulnerabilità finanziaria, la velocità, flessibilità e l'assenza di segnalazioni in centrale rischi di strumenti come l'invoice trading offerto da piattaforme come CashMe possono venire in aiuto, soprattutto per chi è a corto di liquidità e non ha tempo di aspettare una risposta dai fornitori di servizi finanziari che non hanno saputo adeguarsi alle nuove esigenze.

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