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Editoriali

Calano i prestiti, cresce l’invoice trading: l’opinione dell’esperto


Lorenzo Zini, Associate Director di KPMG Advisory – Portfolio Solutions Group, assiste istituzioni finanziarie e investitori nello sviluppo e implementazione di strategie per la gestione di portafogli in diverse asset class. Di seguito la sua opinione per i clienti CashMe.

Maggio 9, 2023

Negli ultimi anni la pandemia, la guerra e la conseguente crisi energetica hanno avuto un impatto significativo sulle PMI costringendo gli istituti finanziari ad adeguarsi al nuovo contesto macroeconomico. Il sistema bancario, nonostante l’intervento del Governo a sostegno delle imprese, si è tenuto cauto nell’erogazione di nuova finanza a causa della forte incertezza rispetto a una potenziale ripresa economica, malgrado le PMI rappresentino tuttora il pilastro dell’economia italiana. Nel frattempo, le competenze dei manager delle PMI sono andate aumentando nel corso del tempo, costringendo il sistema bancario a innovarsi per non soccombere alla concorrenza di soggetti che forniscono servizi alternativi in maniera fluida e accessibile, soprattutto per quanto riguarda la gestione del credito.

Se le misure di sostegno alle PMI da parte del Governo hanno ridotto la probabilità di arrivare a un vero e proprio “credit crunch” ad oggi la situazione rimane estremamente delicata. Una volta esauriti i sostegni, le imprese devono fronteggiare un contesto macroeconomico molto sfidante, determinato dagli elevati livelli di crediti unlikely to pay e stage 2 (rispettivamente pari a ca. €30 miliardi ed €250 miliardi secondo le ultime stime disponibili) nel mercato italiano che potrebbero trasformarsi in sofferenze se non gestiti in maniera corretta da parte del sistema bancario, anche a causa dei cambiamenti nella definizione di default subentrati a partire dal 2021. Pur senza arrivare a livelli drammatici, la riduzione dell’offerta di credito alle imprese da parte delle banche, già osservata a fine 2022, sarà un fenomeno consequenziale ai mutamenti economici e lo sarà altrettanto il ricorso da parte delle PMI al mondo fintech per contenere il pericolo di una crisi di liquidità.

Le esigenze dei manager delle PMI sono infatti cambiate nel corso del tempo e, ad oggi, le principali richieste sono legate all’ottenimento di finanziamenti a condizioni competitive, alla possibilità di accedere a servizi di pagamento immediati e chiari, senza provvigioni o comunque riducendo al minimo queste ultime, e alla necessità di ricevere un’assistenza tempestiva e costante. Le aziende fintech, rispetto ai tradizionali operatori finanziari, sono in grado di rispondere al meglio a tutte queste esigenze, facilitando le esecuzioni dei processi e sviluppando modelli operativi molto specifici per determinate aree del “business” finanziario.

L’invoice trading, in questo contesto, consente alle aziende di ottenere fondi nell’immediato tramite la vendita delle fatture ad operatori specializzati: una modalità di finanziamento particolarmente utile per le aziende caratterizzate da un alto volume di vendite a credito o che si trovano in una situazione di stress finanziario, ma anche per quelle aziende che sono andate incontro a una diminuzione del fatturato (e che quindi hanno maggiori difficoltà ad accedere al credito bancario) e per le aziende che stanno acquisendo nuovi ordini dopo un periodo di crisi e non trovano nel sistema creditizio tradizionale delle soluzioni sufficientemente reattive.

Nel prossimo futuro l’invoice trading potrebbe quindi andare incontro a una ulteriore, massiccia diffusione in virtù di tre caratteristiche fondamentali:

  • È uno strumento complementare e non sostitutivo del credito bancario tradizionale e del factoring per masse coinvolte, caratteristiche, posizionamento di prezzo e tipologia di clienti cedenti
  • Offre una mitigazione del rischio “sistemico” generalmente rappresentato dalla prevalenza del credito di fornitura gestito dalle imprese di grandi dimensioni (c.d. “credito ombra”)
  • È un elemento di sostegno per le aziende in termini di crescita e risanamento, in particolare per quelle non ben viste dal sistema bancario a causa delle piccole dimensioni e/o dello standing creditizio insufficiente

In questo senso è possibile affermare che l’invoice trading innesca una reazione a catena nel sistema economico, aiutando da un lato le PMI a non incorrere in crisi di liquidità e dall’altro a mantenere il sistema bancario più solido grazie al miglioramento dello standing creditizio dei debitori in essere. Non è da escludersi, in questo contesto, lo sviluppo di potenziali sinergie con gli istituti bancari tradizionali nell’ottica di mettere a disposizione di questi ultimi dei servizi alternativi appetibili per potenziali clienti - dalle PMI alle startup in fase di crescita - laddove le banche non sono presenti o non vogliono incrementare la propria esposizione.

Lorenzo Zini