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Fintech

Come corre il fintech italiano: i dati dell’Osservatorio PwC


Secondo il quinto Osservatorio Fintech PwC la collaborazione, integrazione e complementarietà di fintech e finanza tradizionale rientra tra le maggiori cause della crescita del settore nel nostro Paese.

Aprile 19, 2023

882 milioni di euro di valorizzazione nel solo 2022, con un aumento del 240% anno su anno degli investimenti di venture capital: è la straordinaria performance fatta registrare dal fintech italiano secondo il quinto Osservatorio Fintech PwC pubblicato in questi giorni, che individua nella collaborazione e sinergia tra startup e istituti finanziari tradizionali uno dei principali motivi di questa crescita così significativa.

Da notare, in ogni caso, come gli investimenti in startup fintech siano sempre più legati a pochi, significativi round, con il 91% del valore complessivo investito che ha interessato operazioni superiori al valore di 25 milioni di euro. Milano, in questo scenario, si conferma quale capitale incontrastata del fintech italiano, con il 54% delle aziende a livello nazionale e il 70% degli investimenti.

Se da un lato interi settori come l'asset management, il trading e l'open banking sembrano essere ancora fermi a una fase iniziale di sviluppo, il mondo dei pagamenti digitali, del lending e dell'insurtech sembrano andare incontro a una seconda giovinezza in virtù di un crescente interesse da parte dei player tradizionali nello sfruttare una fonte di innovazione apparentemente inesauribile e caratterizzata da una molteplicità di soggetti con cui stringere accordi di partnership e collaborazione.

In particolare il settore del lending fintech ha fatto registrare una crescita del 49% nei soli primi sei mesi dell'anno, raggiungendo i 2 miliardi di euro per quanto riguarda la liquidità erogata verso le imprese di piccole e medie dimensioni, tradizionalmente ignorate o sottoservite dagli operatori tradizionali e sempre meno sostenute dai generosi interventi pubblici in fase di pandemia.

Se nell’insieme il fintech è ancora un settore marginale rispetto ai grandi volumi intermediati da banche e società di factor, nondimeno il suo ruolo sistemico diventa sempre più importante come dimostrano i numeri dello stesso Osservatorio PwC: sia come strumento di innovazione per le banche in uno scenario di crescente collaborazione tra incumbent e startup, sia come strumento alternativo rispetto al credito bancario ma capace al tempo stesso di migliorare il rating delle PMI che ne fanno uso (come avviene nel caso dell’invoice trading con la cessione pro-soluto delle fatture in cambio di liquidità) incrementando di conseguenza la capacità di accesso al credito, la solvibilità delle aziende e la resilienza dell’intero sistema.