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Cessione del credito

Dal factoring al reverse factoring: il mercato cresce, le soluzioni anche


Secondo gli ultimi dati Assifact il mercato del factoring dovrebbe sfiorare il 10% di crescita a fine anno, mentre si moltiplicano le soluzioni – anche di reverse factoring - a disposizione delle aziende.

Dicembre 20, 2021

Non sono bastate le incertezze legate alla pandemia, alla crescita dell'inflazione, alle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime per frenare la crescita del mercato del factoring italiano. Secondo i dati diffusi in questi giorni dall’associazione degli operatori di settore Assifact, e ripresi dall'Ansa, il mercato del factoring ha fatto registrare nel 2021 una crescita del 9,66% del volume di affari complessivo, in linea con le previsioni diffuse solo qualche mese fa dalla medesima fonte.

Il mercato del factoring vale oltre il 14% del Pil italiano secondo i dati Assifact, e continua a crescere

Le previsioni per il 2022 sono altrettanto, se non di più, positive: secondo i dati elaborati da Assifact il mercato del factoring dovrebbe crescere entro una forbice compresa tra il +5,68% e il + 10,79%, a seconda di quanto incideranno le variabili menzionate all’inizio di questo articolo. Risultati importanti, se si tiene conto della flessione globale del settore registrata nel 2020 dopo quasi un decennio di crescita continua.

Pur escluso dalle moratorie e garanzie pubbliche che hanno sostenuto nel corso dell’ultimo biennio la disponibilità dei finanziamenti degli istituti di credito, il mercato del factoring ha dimostrato di godere di fondamentali solidi e di un rapporto consolidato con i propri clienti, arrivando a valere fino al 14% del PIL ed essendo più di altri in grado di “cogliere e amplificare la ripresa economica, offrendo una risposta proporzionale alle esigenze di finanziamento e di gestione del capitale circolante, comprese le imprese di fornitura”, come si legge nel comunicato stampa diffuso dall’associazione di settore.

Dal factoring al reverse factoring, cosa cambia dagli operatori tradizionali al fintech

A uno sguardo più attento, infatti, non sfugge che il termine “factoring” risulta essere oggi sempre più associato a soluzioni in parte diverse, ma accumunate dall’obiettivo di fornire risposte proporzionali alle esigenze di liquidità delle imprese e dei loro fornitori: è il caso, ad esempio del reverse factoring, che nel 2020 ha superato la soglia dei 21 miliardi di euro su un totale di 22,3 miliardi di operazioni di supply chain finance (dati BeBeez), e che consiste in una soluzione a disposizione delle imprese che vogliono ridurre la pressione sui fornitori, offrendo loro uno servizio di cessione immediata delle fatture in cambio di liquidità.

Come avviene per l’invoice trading, soluzione complementare al tradizionale anticipo fatture bancario e al factoring ma molto più rapida e flessibile, anche nell’ambito del reverse noi di CashMe abbiamo sviluppato un’offerta ad hoc e complementare a quella dei factor più conosciuti: CashMe Digital Reverse non prevede infatti alcuna segnalazione in centrale rischi, a differenza della cessione pro-soluto del reverse factoring “tradizionale”, nell’ottica di offrire alle aziende clienti uno strumento ulteriore per accedere alla liquidità necessaria per sé e i propri fornitori, in maniera immediata e adatta alle diverse esigenze.

Soluzioni complementari al credito bancario, sia esso “garantito” o meno

In questo contesto, non mancano quindi le soluzioni a disposizione delle aziende per poter accedere ai finanziamenti complementari al credito bancario: sia che si tratti di società di factoring e reverse factoring tradizionali, sia che si tratti di piattaforme fintech come CashMe che hanno fatto della velocità, flessibilità e disintermediazione il loro punto di forza, le aziende italiane possono affrontare questa perdurante situazione di incertezza potendo scegliere di volta in volta il servizio più vicino alle proprie necessità del momento, senza limitarsi né vincolarsi in misura eccessiva alla disponibilità di credito bancario. Oggi garantito, domani chissà.

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