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Editoriali

Supply Chain Finance e Fintech: intervista ad Antonella Moretto, direttrice dell’Osservatorio del Politecnico


“Sostenibilità, gestione del rischio e collaborazione tra fintech e istituzioni finanziarie tradizionali sono i temi all’ordine del giorno nel settore della supply chain finance”: intervista ad Antonella Moretto, direttrice dell’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano.

Luglio 13, 2022

Direttrice dell'Osservatorio Supply Chain Finance, professoressa del corso di laurea magistrale in Supplier Relationship Management, con esperienza anche in una nota società di consulenza: la carriera di Antonella Moretto si può descrivere come quella di una vera e propria "figlia del Politecnico di Milano", dove ha trascorso tutto il periodo di studi in ingegneria gestionale e al quale ha dedicato la maggior parte della sua attività nell'ambito dell'insegnamento e della ricerca. "Dopo un periodo nel settore della consulenza, sono tornata al Politecnico come ricercatrice sui temi della Supply Chain Finance e come membro del team di ricerca dell'Osservatorio allora appena creato - racconta durante la nostra intervista - prima di diventarne co-direttrice e guidarlo fino al raggiungimento dei suoi primi dieci anni di attività nel 2022".

Professoressa Moretto, quali sono stati secondo lei i principali cambiamenti nel mercato delle soluzioni di supply chain finance prima e dopo lo scoppio della pandemia?

Rispetto alla crisi del decennio scorso, quando l'aumento indiscriminato dei tempi di pagamento da parte delle aziende capofiliera aveva messo in grave difficoltà i fornitori di queste ultime, i primi mesi di lockdown hanno reso evidente quanto fosse cresciuta la consapevolezza in termini di supply chain finance e la popolarità delle soluzioni innovative da parte di tutti gli operatori economici di ogni dimensione e settore. Una consapevolezza, quest’ultima, che ha consentito alle imprese capofiliera e ai fornitori di utilizzare in maniera sinergica le diverse soluzioni disponibili: dynamic discounting, confirming e inventory finance hanno raggiunto i maggiori tassi di crescita non a caso proprio nell’ultimo biennio.

Qual è stato il motivo del successo di queste e di altre soluzioni innovative?

Aziende capofiliera, aziende fintech e commercialisti hanno ricoperto un ruolo fondamentale in termini di educazione, formazione e convincimento degli imprenditori, basandosi su numeri ed esempi concreti. Inoltre, rispetto agli anni precedenti è aumentata la facilità d'uso delle tecnologie digitali e la pervasività di queste ultime in tutti i settori di operatività dell'impresa. Per quanto riguarda le singole soluzioni, infine, è importante ricordare come il punto di forza del dynamic discounting sia la possibilità di operare senza un operatore finanziario, e per il confirming la maggiore discrezionalità concessa al fornitore rispetto al reverse factoring. Allo stesso modo, l'inventory finance ha potuto beneficiare di un contesto economico mutato in cui la disponibilità di scorte e la capacità di finanziamento di queste ultime si è rivelata determinante per superare i momenti più difficili del lockdown e dell'interruzione nelle catene globali di fornitura.

Quali sono, in questo contesto, le prospettive di crescita per le soluzioni più tradizionali?

Anticipo fatture e factoring, seppur in calo negli ultimi anni, rimangono tuttora le soluzioni più utilizzate e conosciute. Anche in questi settori, tuttavia, l'utilizzo della tecnologia sarà sempre più determinante per ritornare a crescere: la flessibilità in termini di costi e di fatture da cedere, resa possibile dalle tecnologie, avrà un impatto determinante nell'assicurare una tranquilla maturità agli strumenti più tradizionali.

Quale può essere, invece, il ruolo e le prospettive di crescita dell'invoice trading da qui ai prossimi anni?

A partire dal 2016 l'invoice trading ha fatto registrare tassi di crescita importanti, soprattutto nel nostro Paese, rispondendo ai bisogni di piccole e medie imprese solitamente fuori dal perimetro di attività delle banche e degli operatori finanziari tradizionali. In un contesto come quello italiano, quindi, le prospettive di crescita dell'invoice trading restano assolutamente positive, nel momento in cui il nostro rimane un Paese caratterizzato da una maggioranza di PMI che hanno e avranno sempre più bisogno di liquidità in un periodo contrassegnato dall'aumento dei tassi di interesse e da un ormai imminente credit crunch.

Che cosa aspettarci dalla prossima edizione dell'Osservatorio Supply Chain Finance?

Oltre agli approfondimenti tradizionali dedicheremo sempre maggiore spazio e attenzione ai temi della sostenibilità, della collaborazione tra gli operatori finanziari e della gestione del rischio. Se da un lato la sostenibilità è oggi sempre più integrata e integrabile nelle soluzioni di supply chain finance come metodo di valutazione dei fornitori e dei partner, e la dicotomia tra fintech e mondo finanziario tradizionale sembra essersi risolta in una tendenza generale alla collaborazione e alla ricerca congiunta di nuove opportunità, dall'altro è inevitabile sottolineare quanto inflazione, aumento dei tassi di interesse, interruzioni di filiera, crisi geopolitiche e ripensamento della globalizzazione rappresentino altrettanti rischi finanziari che tornano ad affacciarsi alla finestra, e che non possono essere trascurati in una strategia di supply chain finance.