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Cessione del credito

Pagamenti in ritardo: le imprese alla ricerca di soluzioni alternative


Secondo l'ultima indagine dell'Area Studi e Ricerche CNA una piccola impresa su due deve fare i conti con pagamenti in ritardo da parte dei propri clienti ed è quindi costretto a far ricorso sempre più spesso a soluzioni alternative per recuperare la liquidità necessaria.

Maggio 8, 2023

Problemi di pagamento dei propri fornitori e dipendenti, riduzione della liquidità, diminuzione del valore reale dei crediti riscossi in ritardo in periodo di inflazione: queste sono alcune delle potenziali conseguenze derivanti dal ritardo sistematico dei pagamenti nei confronti delle imprese, un fenomeno che secondo l'ultima indagine di CNA può essere considerato "endemico" al sistema economico italiano.

Secondo l'indagine, svolta su un campione nazionale, il 55,1% delle aziende denuncia ritardi ricorrenti nei pagamenti delle fatture da parte di altre imprese del settore privato, mentre la percentuale scende al 44,6% quando si tratta di pubblica amministrazione. Drammatica, in particolare, la situazione al Sud dove la quota dei ritardi raggiunge l'80% delle piccole imprese.

Il ritardo nei pagamenti, come anticipato all'inizio dell'articolo, provoca delle conseguenze negative sulla salute finanziaria delle imprese e costringe gli imprenditori a impegnarsi ulteriormente per garantire il fabbisogno di liquidità: il 21,9% di essi aumenta la propria esposizione debitoria nei confronti delle banche, il 16,9% riduce la crescita, il 16,1% rinuncia del tutto o in parte agli investimenti, mentre il 10,7% distrae risorse dall'attività produttiva per destinarle alle operazioni di recupero dei crediti.

Negli ultimi anni, tuttavia, il progresso della tecnologia ha consentito a molti imprenditori di servirsi di strumenti finanziari complementari a quelli delle banche per poter ovviare alla carenza di liquidità. Non è un caso, infatti, che secondo l'Osservatorio Supply Chain del Politecnico di Milano tutte le soluzioni di finanziamento del capitale circolante siano andate incontro a un'importante crescita nel corso dell'ultimo anno, con l'invoice trading che da solo ha fatto registrare percentuali di crescita del 90% nel solo 2022.

L'invoice trading, in particolare, offre alle aziende la possibilità di ottenere liquidità immediata dalla cessione pro soluto delle fatture commerciali. Rivolto prevalentemente a piccole e medie imprese caratterizzate da business ad andamento stagionale, da rilevanti variazioni di fatturato e possibili carenze di liquidità per ritardi nei pagamenti o per esaurimento dei fidi bancari disponibili, l'invoice trading rappresenta una soluzione flessibile, immediata e innovativa rispetto a problemi che gravano da anni sulle sorti di qualunque azienda italiana.

Sebbene l’indagine di CNA sia rivolta prevalentemente al mondo delle piccole imprese, non è un mistero che i ritardi dei pagamenti siano trasversali rispetto alle aziende di ogni fatturato e dimensione, anche se questo fenomeno colpisce con particolare virulenza le PMI: per questo motivo noi di CashMe abbiamo sviluppato dei servizi di invoice trading e digital reverse costruiti su misura per rispondere proprio al fabbisogno di liquidità degli imprenditori di imprese di piccole e medie dimensioni, accompagnandoli in tutto il processo di cessione online dei crediti commerciali tramite il supporto di consulenti dedicati.

La cessione dei crediti pro soluto tramite invoice trading non è, ovviamente, la soluzione a tutte le situazioni di ritardo dei pagamenti, né può essere considerata la soluzione definitiva per un’impresa in grave crisi di liquidità: essa rappresenta tuttavia un’opzione in più nella disponibilità degli imprenditori, consentendo a questi ultimi di proseguire nella loro attività senza ulteriori ritardi, risparmiando tempo e soprattutto risorse mentali rispetto alle ben più onerose e complesse procedure di recupero crediti.