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Le PMI scommettono sui temporary manager per uscire dalla crisi
I dati salienti dell’ultima indagine Inima, network che raggruppa le associazioni di temporary manager in Europa, commentati insieme ad Alberto Cerini di Studio Temporary Manager Spa, partner di CashMe.
Aprile 29, 2021
Ha 56 anni di età, lavora in media 14,4 mesi, per lo più in modalità part-time, e si occupa di gestione del cambiamento, sviluppo del business e ottimizzazione dei processi, nella maggioranza dei casi in aziende che hanno meno di 100 dipendenti: è questa la fotografia del tipico temporary manager italiano, una figura che sta conoscendo una crescente importanza nel nostro Paese, secondo la ricerca realizzata da Inima su un campione di 7050 temporary manager attivi in tutto il continente europeo.
Un terzo dei temporary manager italiani lavorano per aziende di metalmeccanica
Non sono poche, tuttavia, le differenze esistenti tra i temporary manager italiani e i loro omologhi nel resto d’Europa: nel nostro Paese la percentuale di professionisti che lavora per la pubblica amministrazione o il no-profit è tra le più basse del continente (2%), così come è più alta la percentuale di coloro che lavorano nelle aziende con meno di 100 dipendenti (60%, rispetto a una media europea del 31%).
Al primo posto per settore di attività figura la metalmeccanica, dove risulta attivo il 35% dei temporary manager. Un’altra caratteristica tipica del nostro Paese è il ricorso alla flessibilità: rispetto al Nord Europa, dove gli incarichi durano meno ma sono “full time”; nel nostro Paese è diffuso l’utilizzo di temporary manager in modalità part-time per periodi di tempo che possono superare abbondantemente i 12 mesi.
Sono sempre più le PMI che si servono di temporary manager per accedere a competenze manageriali spesso mancanti in azienda, contenendo allo stesso tempo i costi con formule part time.
Un dato, quest’ultimo, che secondo gli autori del report citati da Milano Finanza va letto alla luce della crescita del numero di PMI interessate a servirsi di temporary manager nell’ottica di un potenziale contenimento dei costi, in un contesto generale in cui la presenza di manager stabili in azienda è spesso sottodimensionata o dove il passaggio generazionale si dimostra più complesso del previsto.
In questo senso, i temporary manager sono oggi professionisti considerati sempre più necessari al fine di riorganizzare le aziende, fornire le necessarie iniezioni di managerialità e allo stesso tempo contenerne i costi con maggiore flessibilità, formule di ingaggio part time e velocità di intervento.
Alberto Cerini
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