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Come favorire la digitalizzazione delle imprese: la parola all’esperto
Claudio Rorato, Direttore Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, commenta per i clienti CashMe i risultati dell'ultima ricerca sulla digitalizzazione delle imprese e le modalità con cui è possibile favorire l'evoluzione tecnologica di queste ultime.
Secondo il modello messo a punto dall'Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI emerge che il 55% delle piccole e medie aziende italiane sia oggi in una condizione di arretratezza rispetto al digitale, mentre il 45% ha già avviato con intensità differenti percorsi di digitalizzazione, dimostrando più attenzione alla crescita delle competenze digitali e all’impiego diffuso delle tecnologie. In particolare, il 9% di queste aziende appartengono al segmento da noi definito come "Avanzato", qualificato anche da una maggiore attenzione per le strategie collaborative.
Rispetto alla precedente rilevazione assistiamo a un peggioramento dei segmenti più evoluti (-5%), ma non bisogna farsi ingannare. La spiegazione non sta nella disaffezione verso il digitale, ma nella necessità di risolvere problemi contingenti – crisi delle supply chain e crisi energetica – che hanno spostato l’attenzione verso problemi da risolvere nell'immediato, pena il rischio di sopravvivenza dell’azienda. Gli investimenti nel digitale sono stati così spostati in avanti sull’asse temporale, mentre le aziende che negli anni precedenti avevano già compreso l’importanza della tecnologia hanno confermato l’interesse verso il tema.
Nello specifico, il modello di maturità digitale messo a punto dall’Osservatorio ha individuato quattro profili che ci permettono di identificare l'approccio delle aziende alla cultura digitale, alla trasformazione nei processi lavorativi e alla collaborazione con l’ecosistema esterno. In questa classificazione il 16% sono imprese "Scettiche", poco attente agli investimenti e alle competenze digitali, il 39% risultano "Timide", con un buon livello di cultura e uso del digitale ma non ancora pronte a impieghi trsversali in azienda, il 36% sono aziende "Convinte" e il 9% "Avanzate”, cioè dotate di un livello ottimale di cultura e digitalizzazione dei processi lavorativi e pronte a collaborare con soggetti ad alto tasso tecnologico, come le startup, utilizzando bene i contributi europei e i bandi a sostegno della digitalizzazione.
In questo contesto, i maggiori ostacoli per un imprenditore interessato alla digitalizzazione riguardano la propria sfera individuale e quella dell’ecosistema di appartenenza. Se è vero che la cultura gestionale di alcune aziende non riconosce al digitale il ruolo di alleato nello sviluppo dell’impresa, dall'altro lato l’ecosistema di riferimento – professionisti, software house, banche, associazioni di categoria, innovation hub territoriali – spesso non è in grado di dare un contributo di sostanza al miglioramento della cultura gestionale delle imprese. Ciò è tanto più urgente quanto più diminuiscono le dimensioni aziendali: in questo caso, la quotidianità non consente all’imprenditore di trovare il tempo adeguato da dedicare alla programmazione e allo sviluppo.
L’ecosistema, nelle sue diverse espressioni, deve quindi cambiare i propri paradigmi tradizionali per comprendere a fondo le problematiche sui mercati di sbocco e di approvvigionamento delle aziende, formulando ipotesi collaborative e in grado di generare reale valore all’azienda all’interno della gestione caratteristica, deputata a remunerare il capitale di rischio. Il vero valore per l’impresa non è infatti quello di acquistare la miglior soluzione esistente sul mercato, ma acquistare quella più funzionale al raggiungimento degli obiettivi strategici definiti, relazionandosi con dei partner tecnologici in grado di ascoltare non solamente le richieste espresse dai clienti ma di individuare quelle latenti, attraverso la raccolta di informazioni sui mercati di sbocco e di fornitura. In questo modo è possibile sviluppare una relazione duratura, in cui gli obiettivi dell’impresa diventano anche gli obiettivi del fornitore, che li interiorizza, comprendendoli appieno e mettendoli a terra attraverso proposte in linea con le reali strategie aziendali.
Claudio Rorato
Direttore Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano