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Studio pagamenti 2024: crescono i ritardi gravi, solo 4 pagamenti su 10 sono puntuali


Una sintesi dei dati riguardanti la puntualità dei pagamenti per le imprese italiane, ricavati dall’ultimo Studio Pagamenti di Cribis, e il confronto con il resto d’Europa.

Giugno 3, 2024

Il miglioramento c'è, ma non si vede. Almeno non nelle storie quotidiane delle aziende che devono fare i conti con la cronica mancanza di puntualità nei pagamenti. A certificarlo, anche quest'anno, lo Studio Pagamenti 2024 di CRIBIS secondo il quale l'Italia è risalita di una posizione, al 18° posto sui 25 Paesi scrutinati in Europa.

Crescono i ritardi gravi, passati dal 9,1% al 9,6% del totale rispetto all'anno precedente, ma soprattutto cresce il divario tra le due aree del Paese: dal nord al centro-sud aumentano i ritardi oltre i 30 giorni, con le piccole e medie imprese che si allineano al trend in atto anche tra le aziende maggiori.

Nello specifico, tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023 è aumentata "solo" dello 0,5% la percentuale di pagamenti puntuali alla scadenza (dal 40,9% al 41,1%), rispetto a percentuali che in Paesi come Francia, Spagna, ma anche Ungheria, Slovenia e Croazia viaggiano stabilmente sopra il nostro Paese.

In testa alla classifica europea dei Paesi dove le aziende pagano puntualmente si colloca la Danimarca con il 94,2% del totale, mentre sono le imprese della Romania quelle che viaggiano stabilmente agli ultimi posti con oltre 9 pagamenti su 10 mancati al sopraggiungere della scadenza.

Il confronto con le altre economie non manca, tuttavia, di sollevare più di un allarme. "Il nostro posizionamento rappresenta un evidente problema di competitività - ha dichiarato Marco Preti, Amministratore delegato di Cribis - ogni volta che le aziende italiane devono fare qualcosa per ottenere un pagamento perdono marginalità. Le aziende devono imparare a rispondere al clima di incertezza, un fattore di mercato che durerà a lungo".