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Cessione del credito

Prestiti alle PMI: Italia ultima in Europa, verso la ricerca di alternative


Secondo i dati elaborati dall'investment bank Jefferies il nostro Paese avrebbe fatto registrare la peggior contrazione europea sui prestiti erogati alle imprese anno su anno, anche se le alternative al tradizionale canale di finanziamento bancario non mancano.

Luglio 11, 2023

Ultime in Europa per prestiti alle imprese, soprattutto a quelle piccole e medie: è questa la non esaltante performance fatta registrare delle banche italiane e operanti sul suolo nazionale nel corso del 2023, come emerge dai dati elaborati dall'investment bank Jefferies e commentati dal Sole 24 Ore.

Secondo i dati, a fine maggio 2023 il credito alle imprese - soprattutto piccole e medie - sarebbe calato su base annua del 2,3%, rispetto alla crescita fatta segnare nello stesso periodo di tempo da Paesi come la Germania (7,7%) e la Francia (6,2%) che ha portato la media dell'Eurozona a un aumento su base annua del 4%. Tra i principali Paesi europei, al penultimo posto - prima dell'Italia - compare solo la Spagna, con una contrazione dell'1,4%.

Il calo si accompagna a una crescita dei tassi di interesse medi sui prestiti per le imprese, come rilevato da un'analisi di Bain & Company per Milano Finanza: nei prestiti con scadenza inferiore a un anno e per importi inferiori al milione di euro i tassi sono saliti del 155% (da 1,88% a 4,8%), mentre per importi superiori la crescita è stata del 348% (dallo 0,97% al 4,35%). In salita anche il costo dei finanziamenti a più lunga scadenza.

Terminato il periodo di grazia concesso dalle moratorie sul credito, abbandonata la fase espansiva della politica monetaria, entrate in una incerta fase di calo generalizzato della domanda, le piccole e medie imprese impegnate nei settori manifatturieri sono quelle che oggi soffrono di più dalla concomitante stretta del credito, mentre l'indice PMI manifatturiero si è attestato ai minimi da aprile 2020.

Sebbene la crisi dei prestiti possa essere spiegata in parte anche da una crisi della domanda da parte delle imprese stesse, dovuta all'ingente quantitativo di liquidità accumulate dalle aziende nel corso della pandemia, non sfugge in ogni caso il fatto che la contrazione dei finanziamenti alle PMI vada oggi in decisa controtendenza rispetto alle prospettive riguardanti l'andamento del PIL nazionale.

In questo contesto, la capacità per le aziende di diversificare per tempo le proprie fonti di finanziamento e di accesso alla liquidità – ad esempio, servendosi di strumenti come l’invoice trading online per la cessione pro-soluto delle fatture non ancora saldate - diventerà tanto più essenziale quanto più la difficoltà e le condizioni non vantaggiose di accesso al credito dovessero confermarsi nel corso dei prossimi mesi, facendo paventare il ritorno di un evento che solo pochi esperti si sbilanciano oggi a preventivare: il credit crunch.



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