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Fintech

Investimenti e trend nel fintech italiano: l’ultima indagine di Banca d’Italia


Dati e tendenze elaborate da Banca d'Italia mostrano uno scenario in forte crescita per il settore fintech italiano, pur a fronte di alcune sfide significative. Vediamo quali.

Maggio 1, 2024

La conferma arriva da Banca d'Italia: il fintech italiano, seppur non paragonabile rispetto ai volumi raggiunti dagli altri paesi, gode di buona salute e le prospettive sono di un concreto rialzo degli investimenti da qui ai prossimi anni. Pagamenti innovativi, integrazione dei wallet digitali, digitalizzazione e automazione dei processi di credito sono, al momento, le tendenze principali e che potrebbero portare da qui ai prossimi anni a un forte contenimento sia dei tempi di elaborazione sia un miglioramento della generale efficienza operativa.

Secondo i dati riportati nell'"Indagine FinTech nel sistema finanziario italiano - 2023", Banca d'Italia stima un investimento totale di oltre 900 milioni di euro nel solo biennio 2023-2024, in crescita del 50% rispetto ai 600 milioni di euro investiti nell'arco del biennio precedente. Da qui al 2025 potrebbero aggiungersi ulteriori 380 milioni di euro, portando il flusso totale di investimenti associato ai progetti mappati pari a 1,88 miliardi.

Se è vero che la spesa nel biennio 2023-2024 è aumentata di quasi 3,8 volte rispetto a soli sei anni fa, a guidare la crescita sono state fin qui prevalentemente le piattaforme web-mobile (con il 20,5% degli investimenti complessivi), l'intelligenza artificiale (16,5% di investimenti totali) e le application programming interfaces, o Api, che hanno ottenuto il 14,9% dei capitali messi a disposizione dagli investitori. A livello di settori, domina l'intermediazione finanziaria che ha catalizzato il 43,7% degli investimenti totali, seguita dagli investimenti al 39,4%.

In questo scenario, non stupisce la crescita sia nei numeri sia nella distribuzione delle startup fintech, ormai presenti in tutti i settori: dai pagamenti digitali al lending e prestiti, dal settore delle criptovalute alla gestione dei patrimoni digitale. Altrettante, se non di più, le sfide che le nuove aziende dovranno affrontare da qui ai prossimi mesi, tra cui la regolamentazione, la concorrenza con altre startup e con le banche o intermediari tradizionali e, ovviamente, lo sviluppo di una solida relazione con i clienti, premessa indispensabile per qualunque ulteriore crescita. Sfide per le quali gli investimenti rappresentano sicuramente un supporto decisivo, ma non l'unico affinché il settore possa confermare i buoni risultati raggiunti finora