Fintech
Alberto Cerini, EACTP: l’invoice trading può favorire il turnaround aziendale
"Crisi economica, fine delle moratorie, shock energetici possono portare a un aumento dei processi di turnaround, cui l'invoice trading può fornire un supporto fondamentale": l’opinione di Alberto Cerini, da poco nominato membro del board della European Association of Certified Turnaround Professionals.
La EACTP, European Association of Certified Turnaround Professionals, è un’organizzazione europea che mira a promuovere standard elevati nella gestione dei turnaround aziendali e di cui possono diventare e rimanere membri solo i professionisti in grado di dimostrare qualifiche accademiche pertinenti, competenze, significativa esperienza e pratica continua. Inoltre, l’organizzazione ha istituito il primo programma universitario che permette ai professionisti del turnaround di ottenere un accreditamento a livello europeo, che conferisce un indiscusso vantaggio in un settore competitivo quale è quello del turnaround.
In questo contesto, Alberto Cerini, dopo una prima esperienza come Certified Turnaround Professional da maggio 2021 a marzo 2022, è stato chiamato nel Board europeo di EACTP per rappresentare il nostro Paese e promuovere a livello italiano ed europeo la figura del CTP, già ampiamente diffusa in USA e UK: pochi, più di lui, possiedono oggi una visione d’insieme delle conseguenze della crisi economica sui processi di cambiamento e rinnovamento aziendale, e sul ruolo che gli strumenti di finanza alternativa possono ricoprire per favorire processi di turnaround con il supporto di professionisti qualificati.
Dottor Cerini, quali sono le conseguenze della crisi economica in atto e in che misura queste sono collegate con eventuali processi di turnaround?
La crisi economica attuale sta avendo conseguenze disruptive da vari punti di vista: alcuni mercati sono ora inibiti agli scambi, molte società hanno dovuto rivedere la loro supply chain e fare i conti con rialzi inattesi di materie prime e utilities. Questi shock hanno colpito ulteriormente società già duramente provate da due anni di pandemia, dalla quale, tra l’altro, sono uscite, nella maggior parte dei casi, oltre che con livelli di fatturato e margini molto più contenuti, anche con livelli di indebitamento molto alti, causati dalla grande iniezione di liquidità che l’Europa ha permesso ai propri Stati membri di far arrivare alle imprese.
Ora, con la fine delle moratorie sui debiti bancari, sono ripresi i rimborsi dei finanziamenti contratti, sia quelli antecedenti la pandemia sia quelli ottenuti durante la stessa, e la nuova crisi di mercato indotta dal conflitto ucraino sta causando a diverse società una forte crisi economica e finanziaria che ne mina anche la capacità di restituzione dei finanziamenti contratti. Questa combinazione di fattori porterà sicuramente ad un grande aumento dei processi di turnaround.
Come è cambiato, nel corso del periodo recente, il lavoro di un professionista di turnaround?
Un professionista del turnaround si trova a mio avviso ad affrontare in questo periodo sfide sempre più complesse, dove all’instabilità economica legata a fattori esogeni alle imprese (Covid, guerre) si aggiunge anche un proliferare di nuova legislazione in ambito di crisi di impresa, anche dovuta al recepimento nel nostro ordinamento della Direttiva Insolvency europea.
Un professionista del turnaround deve affrontare queste sfide comprendendo che, oltre alle competenze manageriali, finanziarie e giuridiche proprie del ruolo, l’urgenza e la complessità sono tali che un turnaround di successo può essere realizzato solo tramite interventi tempestivi di più soggetti operanti in team, sotto la direzione di un CRO, Chief Restructuring Officer. È ovviamente importante per le imprese farsi assistere da soggetti qualificati e di provata esperienza, quali i CTP.
In che misura le imprese coinvolte in un processo di questo tipo possono beneficiare di servizi di cessione del credito innovativi, come l'invoice trading?
Nei processi di turnaround è sempre fondamentale la velocità di azione e gli istituti di credito - nonostante la normativa li spinga ad una maggiore collaborazione e tempestività - sono tuttora ancora piuttosto prudenti con le imprese in crisi e tendono ad indietreggiare in casi di imprese che presentano rating critici. I soggetti che si occupano di invoice trading hanno invece ad oggi una struttura decisionale interna snella che consente maggiore prontezza di risposta alle esigenze delle imprese. Inoltre, il fatto di valutare il finanziamento del circolante di una società basandosi non tanto sul rating della stessa quanto su quello del cessionario del credito permette di sostenere anche imprese con un rating critico, con un indubbio vantaggio nel favorire il successo dei processi di turnaround.