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Finanziamenti alle PMI: via libera al credito alternativo
Dalla CNA una proposta condivisibile per sostenere il finanziamento alternativo delle PMI attraverso il ricorso a piattaforme fintech innovative, a fronte della contrazione del credito bancario.
Crollano i finanziamenti delle banche alle imprese. Le più colpite? Quelle artigiane, per le quali il taglio del credito bancario si avvicina al 20% nel corso degli ultimi cinque anni, rispetto a una media nazionale dell’11%.
Finanza a chilometro zero: la proposta CNA, intervista a Daniele Vaccarino
“Le banche non danno credito alle piccole e medie imprese perché non si fidano – ha dichiarato Daniele Vaccarino, presidente CNA e RaiNews24 – oppure, come emerge dal nostro studio, perché non conviene fare operazioni di credito inferiori ai trentamila Euro”.
Secondo l’ultima analisi della CNA il totale dei finanziamenti delle banche alle PMI artigiane tra il 2011 e il 2016 è diminuito progressivamente da 55,6 a 44,8 miliardi.
I finanziamenti delle banche verso le PMI negli ultimi cinque anni sono diventati sempre meno convenienti, dal punto di vista degli istituti di credito, e sempre più settoriali. Il settore più beneficiato è stato il manifatturiero tra i pochi a registrare un aumento delle erogazioni di credito.
L’analisi, condotta in maniera empirica su sedicimila bilanci di ottomila imprese, ha evidenziato come – di fronte alla stretta perdurante del credito – le microimprese (soprattutto quelle attive nell’immobiliare e nell’edilizia) abbiano cercato nuovi capitali attraverso l’indebitamento verso i propri soci o dilazionando tempi di pagamento e rapporti con i fornitori.
Tra le 12 proposte formulate da CNA per il rilancio del credito bancario verso le imprese in Italia spicca in particolare quella relativa ai nuovi strumenti finanziari.
Secondo CNA, infatti, “va facilitato l’incontro tra PMI e innovatori dell’investimento e fintech lender”. Vale a dire tutti quei fornitori di servizi e prodotti finanziari che, come CashMe, operano attraverso piattaforme online innovative e consentono alle piccole e medie imprese di ricevere un finanziamento alternativo al normale circuito bancario. Ad esempio, per ricevere prestiti da investitori certificati o monetizzare immediatamente i propri crediti tramite anticipo delle fatture [online?].
Perché questo avvenga dovrebbe essere possibile sbloccare a monte l’enorme stock di risparmio privato delle famiglie italiane e consentire a parte dello stesso di confluire sull’economia reale. Secondo l’edizione Primavera 2016 dell’Osservatorio ANIMA-GFK la propensione a investire delle famiglie ha subito un nuovo calo, dopo il miglioramento registrato a ottobre dello scorso anno, anche se le stesse paradossalmente si dichiarano maggiormente propense a progetti di spesa rispetto a quelli di risparmio.
“Bisogna inventarsi qualcosa di nuovo- ha concluso il presidente di CNA - Noi la chiamiamo una finanza a chilometro zero, che significa la possibilità di privati e parenti che possono finanziare il capitale dell’azienda senza esserne soci né responsabili