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Contratto di cessione del credito: tre aspetti a cui prestare attenzione
Il contratto di cessione del credito è un accordo che definisce le modalità attraverso cui un credito commerciale può essere ceduto in cambio di liquidità immediata, con alcune variabili a cui è importante prestare la dovuta attenzione.
Giugno 3, 2021
È una delle modalità più diffuse e utilizzate per ottenere liquidità immediata senza aprire nuove passività: la cessione del credito, tramite invoice trading o altri canali più tradizionali come i servizi di factoring, consente alle aziende di ottenere in pochi giorni liquidità attraverso la cessione di crediti commerciali pendenti e non scaduti (ad investitori istituzionali qualificati nel caso dell’invoice trading, o ad intermediari finanziari nel caso del factoring tradizionale) nella modalità pro solvendo o pro soluto. Il contratto che lo regolamenta, disciplinato dagli articoli 1260 e seguenti del Codice civile, presenta alcune caratteristiche ricorrenti e alcune variabili alle quali è importante prestare attenzione.
Se nel contratto di cessione del credito non è specificato altrimenti, la modalità di default è la cessione "pro soluto"
Il primo aspetto su cui è fondamentale soffermarsi è la modalità di cessione del credito vera e propria: se questa avverrà nella forma "pro solvendo", secondo la quale l'azienda che cede il credito deve garantire al cessionario la solvibilità del debitore, oppure nella più comune forma "pro soluto" attraverso cui l’azienda che cede il credito si libera del rischio finanziario annesso all’incasso della fattura, che viene trasferito al cessionario del credito. La cessione del credito pro soluto è solitamente quella più diffusa, poiché oltre a garantire il cedente contro il rischio d’insolvenza del proprio cliente, permette all’azienda di deconsolidare da bilancio i crediti ceduti andando a migliorare PFN e rating bancario. Infatti, se nella forma pro solvendo l’azienda cedente sta creando nuovo debito, nella forma pro soluto viene ottimizzato il credito già esistente, ossia quello immobilizzato sotto forma di credito commerciale.
Bisogna verificare l’esistenza di eventuali limitazioni alla cessione del credito, e notificare obbligatoriamente il debitore
Il secondo aspetto su cui soffermarsi è la possibilità o meno di cedere il credito in oggetto: al di là dei crediti che non possono essere ceduti per legge, come gli assegni pensionistici, o quelli di carattere personale, come i crediti alimentari (che non ci interessa approfondire in questa sede), esistono dei crediti che non possono essere ceduti in base a un contratto preventivamente stipulato tra le aziende. Una volta verificata l'esistenza o meno di questa limitazione (spesso espressa in un apposito articolo del contratto di fornitura, ove presente), è importante ricordare come il debitore debba ricevere sempre una notifica, preferibilmente tramite PEC o raccomandata, affinché la cessione abbia effetto nei suoi confronti.
A essere trasferito è il solo rischio finanziario sull'incasso delle fatture, non altri tipi di rischi che rimangono in capo al cessionario
Le aziende interessate a ricevere liquidità immediata dalla cessione del crediti commerciali devono, infine, essere consapevoli che la cessione dei crediti in modalità pro soluto riguarda solo il rischio finanziario relativo all’incasso delle fatture: altri tipi di rischi, come quelli di contestazione commerciale o rischi operativi, rimangono in capo alla società che ha ceduto il credito e non possono essere trasferiti al cessionario. In questo senso, la relazione esistente tra cedente e ceduto non viene del tutto meno con la stipula di un contratto di cessione del credito, il quale regolamenta solo l’aspetto finanziario della transazione.
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