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Tag: invoice financing
  • Invoice trading: un finanziamento alternativo per l’anticipo fatture

    L’invoice trading consente alle imprese di monetizzare le proprie fatture cedendole a investitori privati, migliorando la solidità finanziaria della propria azienda e superando la stretta bancaria sul credito.

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  • PMI: quanto costa (davvero) il ritardo nei pagamenti

    Il ritardo nei pagamenti alle piccole e medie imprese è uno dei problemi maggiori e più sentiti, anche nel Regno Unito.

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  • La finanza alternativa non è sinonimo di crowdfunding

    Gli ultimi dati sullo stato del crowdinvesting in Italia, rilasciati dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, evidenziano la crescita dell’invoice trading a fianco delle piattaforme di equity e lending crowdfunding, segno di una maggiore diversificazione del settore della finanza alternativa anche nell’ecosistema italiano.

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  • PIR: un’opportunità d’investimento le cui agevolazioni fiscali dovrebbero essere estese anche alla finanza alternativa

    I Piani di risparmio individuale da poco introdotti puntano a incentivare gli investimenti privati nelle imprese italiane con sgravi fiscali: un’idea vincente da estendere anche a social lending e invoice trading. 

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  • Finanza alternativa: cinque trend da seguire nel 2017

    Dal post-Brexit alla crescita dirompente della Cina, dalle convergenze tra p2p lending e banche alla crescita dell’invoice financing, ecco una selezione di cinque maggiori trend da seguire nel 2017 per quel che riguarda il settore della finanza alternativa in Europa e nel resto del Mondo.

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  • Cessione crediti e anticipo fatture per la tua azienda: istruzioni per l’uso

    La cessione dei crediti, di cui l’anticipo fatture bancario costituisce una specifica tipologia, è un’operazione che suscita l’attenzione delle PMI che necessitano di liquidità: esploriamo dunque modalità procedurali, opportunità e rischi di questa forma alternativa di finanziamento.

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  • Accesso al credito e obblighi fiscali delle PMI: l’indagine Unimpresa

    Con l’arrivo di dicembre si avvicinano le scadenze fiscali, e un numero crescente di imprese, per rispettare gli obblighi erariali, bussano agli sportelli bancari: cinque aziende su otto sono costrette a chiedere prestiti in banca. Secondo i dati raccolti da Unimpresa fra le 110.000 aziende sue associate, aggiornati al 30 ottobre scorso, oltre il 62% delle micro, piccole e medie imprese italiane è infatti stato costretto a ricorrere a un finanziamento nel primo semestre del 2016 per riuscire a pagare le tasse.  Quanto ai settori produttivi, gli operatori turistici, le piccole industrie e la grande distribuzione sono più esposti con le banche, risentendo maggiormente della pressione dei versamenti fiscali sugli immobili, Imu e Tasi in particolare. Ma è anche l’Irap a mettere in difficoltà molti imprenditori italiani, poiché l’imposta regionale sulle attività produttive si paga anche in assenza di utili, particolarità tutta italiana. Pesano poi sui bilanci delle imprese, anche i versamenti riguardanti Irpef e Ires.

    Guardando alle imminenti scadenze, l’acconto Ires è sicuramente il più impegnativo da onorare a novembre per le società di capitali. Sempre a novembre, inoltre, lavoratori autonomi e PMI verseranno l’addizionale regionale Irpef. A dicembre, invece, la voce più importante è rappresentata dalle tasse sulla casa, con i saldi Tasi e Imu. Sempre a dicembre inoltre è previsto il versamento dell’acconto Iva. Alle PMI che faticano a gestire gli esborsi legati alle tasse, le banche offrono quando va bene finanziamenti chirografari, e quando va peggio fidi per cassa, con il conseguente appesantimento degli oneri finanziari.

    [caption id="attachment_894" align="aligncenter" width="400"]L’Italia è in dodicesima posizione globale per il carico fiscale sulle imprese. Fonte: Forexinfo su dati World Economic Forum. L’Italia è in dodicesima posizione globale per il carico fiscale sulle imprese. Fonte: Forexinfo su dati World Economic Forum.[/caption]

    Come si legge sul rapporto del Centro studi di Unimpresa, l’aumento della pressione fiscale sulle imprese, in continuo aumento negli ultimi otto anni, genera un triplo effetto negativo sui conti e sulle prospettive di crescita delle aziende. Il primo è l’apertura di linee di credito destinate specificamente a coprire le imposizioni fiscali, invece di nuovi investimenti; ciò limita di per sé la natura stessa dell’attività di impresa. Il secondo problema sorge, poi, alla chiusura degli esercizi commerciali, quando il valore degli immobili posti a garanzia dei prestiti fiscali va decurtato in proporzione al valore dell’ipoteca, con una conseguente riduzione degli attivi di bilancio. Il terzo ostacolo riguarda l’eventuale, ma spesso altrettanto necessario, accesso ad ulteriori finanziamenti a diretto supporto del business aziendale: le società che hanno già chiesto un prestito per motivi fiscali possono presentare agli istituti di credito meno garanzie per accendere ulteriori prestiti, e vengono classificate con un rating più basso, che fa inevitabilmente impennare ulteriormente i tassi di interesse.

    Per tutti questi motivi, cresce il numero di PMI che necessitano di più percorsi paralleli di accesso al credito; una soluzione può dunque essere combinare il prestito acceso presso l’istituto bancario tradizionale con una forma di alternative financing come quella offerta dalla piattaforma online CashMe.

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  • Fintech: il futuro della finanza alternativa secondo Fabrizio Villani

    Fabrizio Villani, autore di Fintastico e founder del gruppo Fintech Italia su LinkedIn, spiega il ruolo futuro della finanza alternativa. “È necessario promuovere una buona educazione finanziaria per sensibilizzare le istituzioni, gli imprenditori e i risparmiatori affinché questi inizino a fidarsi della realtà fintech, che pare essere ancora poco conosciuta.”

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  • Fatture in cloud: le migliori aziende sul mercato in Italia

    La gestione delle fatture digitali in cloud offre diversi vantaggi alle imprese, in particolare alle PMI. Presentiamo cinque tra i principali provider italiani, analizzando il funzionamento del servizio e tracciando una panoramica dei loro risultati in termini di pubblico e reputazione.

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  • Fatturazione elettronica tra privati: 5 cose da sapere

    Una panoramica essenziale sulla fatturazione elettronica: da come funziona al suo ruolo nella strategia digitale europea fino agli incentivi messi in campo dallo Stato e ai risparmi rispetto alla controparte cartacea.

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  • Fintech e banche: brevissima storia dell’innovazione finanziaria

    In pochi anni le nuove tecnologie sviluppate da un numero sempre crescente di startup hanno dato il via a un cambiamento radicale del mercato finanziario e hanno messo gli istituti bancari davanti alla necessità di un profondo rinnovamento.

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  • Invoice trading vs factoring: quali differenze?

    Sia invoice trading che factoring fanno parte di quella tipologia di finanza alternativa che vede nella cessione delle fatture lo strumento per garantire flussi di cassa continui alle imprese. Vediamo insieme quali sono le differenze.

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  • Fatturazione elettronica e PMI: è tempo di prepararsi

    Le imprese italiane sono ancora indietro sul processo di digitalizzazione, ma questo può offrire numerosi vantaggi a chi lo implementa per tempo

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  • L’invoice financing visto da un investitore: quanto rende e quali sono i vantaggi?

    Sinora molto abbiamo detto riguardo ai vantaggi che una PMI può ottenere grazie all’utilizzo dell’invoice financing o di piattaforme di finanza alternativa in generale.

    Oggi vogliamo invece puntare l’attenzione su quali sono gli elementi di interesse in questo genere di attività nell’ottica di un investitore, ovvero di quei soggetti che comprano le fatture.

    Ma facciamo un passo indietro. Dove sta il rendimento per l’investitore che intende acquistare crediti commerciali?  Per spiegarlo proponiamo un breve esempio: la PMI Alpha vanta un credito di € 100.000 nei confronti della grande azienda Beta, che può essere, per esempio, uno dei principali gruppi dell’automotive italiano. Alpha ha necessità di cassa, decide quindi di vendere il credito attraverso una delle piattaforme di invoice financing disponibili sul mercato. L’investitore Gamma, che ha aderito alla piattaforma, nota il credito in asta e lo reputa confacente al proprio profilo di rischio/rendimento. L’investitore decide quindi di comprare il credito ad un prezzo pari, ad esempio, ad € 97.000. A questo punto l’investitore, diventato pieno titolare del credito, attende la scadenza della fattura ed incassa regolarmente il saldo di € 100.000 da Beta, marginando quindi sullo spread (i.e. differenza) tra il valore nominale del credito ed il suo prezzo di acquisto.

    Ma perché un investitore dovrebbe preferire l’acquisto di crediti commerciali rispetto ad altre asset class più comuni scambiate sul mercato?

    In CashMe non riteniamo che i crediti commerciali siano un’asset class sostitutiva rispetto a quelle più diffuse, ma li riteniamo piuttosto un’asset class alternativa, ovvero un ottimo integrativo del portafoglio all’interno del quale nei prossimi anni acquisirà una quota sempre più importante, fino a raggiungerne il 5%/10% per gli investitori più professionali. Vediamo perché.

    Elevati rendimenti ed ottimo rapporto rischio/rendimento

    L’acquisto di crediti commerciali consente di ottenere rendimenti nell’ordine del 5% - 12%, a fronte di un rischio individuato, in termini di probability of default, inferiore al 2% con riferimento alle aziende debitrici.

    Tale rendimento rappresenta il range di tasso medio ottenuto da investitori che hanno deciso di allocare parte delle proprie risorse attraverso piattaforme di invoice financing internazionali. Il dato si sta dimostrando accurato anche per quanto riguarda le esperienze italiane, ed il seguente prospetto estratto dal Bollettino Statistico di Banca d’Italia dimostra il perché.

      invoice financing  

    In Italia nel primo trimestre del 2016, certifica Banca d’Italia, le PMI hanno pagato in media un tasso dell’8,26% ed del 10,38% per ottenere finanziamenti attraverso anticipo fatture, salvo buon fine ed operazioni a revoca per importi inferiori ai € 250.000. Questa però spesso non è l’unica voce di costo che una PMI deve sostenere quando si reca in banca per finanziare il capitale circolante. Infatti, come molti studi hanno ormai ampiamente dimostrato, le banche tradizionali aggiungono una serie di costi, commissioni e penali che portano il tasso ad accrescere per un valore anche fino al 4% - 6% all’anno.

    Diversificazione e decorrelazione

    L’inserimento di una quota di crediti commerciali nel portafoglio consente di diversificare il rischio e ne attenua la volatilità. I tassi di interesse applicati ad operazioni autoliquidanti infatti, come si evince dal tool Base Dati Statistica fornito da Banca d’Italia, presentano un andamento quasi totalmente decorrelato dai mercati finanziari, oscillando in maniera strutturale tra il 7% ed il 9%. Ciò garantisce agli investitori un ritorno stabile nel tempo.

    Bassa duration

    Seppur allo stato attuale non esiste un mercato secondario dei crediti commerciali, che pertanto non sono immediatamente liquidabili, la loro duration è molto bassa: in media tra i 60 e 90 giorni. Se comparati ad asset class di pari durata, risulta evidente l’appetibilità di questa nuova forma di investimento.

      invoice financing

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  • Ritardo nei pagamenti: l’analisi di Euler Hermes

    I tempi di pagamento tra le imprese restano stabili, ma l’Italia si conferma uno dei fanalini di coda su scala mondiale.

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  • Finanza alternativa e PMI: le previsioni di 5 leader del fintech

    Conoscenza degli strumenti a disposizione, rapporto diretto con il cliente e disintermediazione sono solo alcune tra le sfide future su cui le piattaforme di finanza alternativa potranno coinvolgere maggiormente le PMI, nelle parole di cinque leader del fintech nazionale e globale.

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  • Finanza alternativa: invoice financing e p2p lending, quale scegliere?

    Quale strumento di finanza alternativa, tra invoice financing e p2p lending, si adatta meglio agli obiettivi di finanziamento delle piccole e medie imprese?

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  • Imprese a rischio default: un’Italia a due velocità secondo Cerved Group

    Per la prima volta dal 2011 il numero di upgrade nei profili di rischio delle imprese torna a superare quello di downgrade secondo il Cerved Group Score, ma il totale delle imprese a rischio default resta superiore a quelle sicure.

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  • Ritardo nei pagamenti: a rischio la sopravvivenza di un terzo delle PMI

    Secondo i risultati dell’European Payment Report elaborato da Intrum Justita oltre un terzo delle piccole e medie imprese europee potrebbero andare incontro alla chiusura a causa del ritardo nei pagamenti, mentre un quarto di esse potrebbe vedersi costretta a licenziare una parte del personale. Non va meglio la situazione nel nostro Paese.

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  • Fatture non pagate: con noi l’azione legale è gratuita

    Gli investitori che acquistano fatture sulla nostra piattaforma dispongono di un supporto legale in caso di fatture non pagate, grazie all’accordo stipulato tra CashMe e Axist.

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  • Banche e credito: in Italia i costi più alti d’Europa

    Le spese operative degli istituti di credito tradizionali nel 2014 hanno raggiunto il valore di 49,5 miliardi di euro (1,83% del totale delle attività). Dal 2008, le commissioni sono cresciute dell’11%.  

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  • Fatturazione elettronica per le imprese: cinque cose da sapere

    Anche nel nostro Paese cresce il ricorso alle fatture in formato digitale: secondo il Politecnico di Milano ognuna permette di risparmiare fino a 8,2 Euro rispetto al cartaceo.

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  • Finanziamenti PMI: in finanza alternativa nessun cliente è di serie B

    I risultati dell’ultima indagine semestrale BCE sul rapporto tra banche e piccole e medie imprese, europee e italiane, e le prospettive per il medio periodo.  

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  • PMI italiane e innovazione: cosa manca per il salto di qualità

    Secondo il “Rapporto 2016 Cotec-Chebanca!” a cura del Censis le PMI si confermano il driver della ripresa del Paese, ma per la loro crescita effettiva restano ancora almeno due importanti gap da colmare.

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  • Finanziamenti PMI: la finanza alternativa contro la stretta del credito

    Le conseguenze della riduzione dei finanziamenti bancari alle PMI e le soluzioni offerte dalla finanza alternativa per ottimizzare il flusso di cassa delle imprese.

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  • Invoice financing: l’anticipo fatture online piace agli investitori

    Crescono in tutto il mondo gli investimenti di Venture Capital nelle startup fintech attive nel settore dell’invoice financing e anticipo fatture online. Le ultime notizie sul nostro blog.

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  • Imprese: i consigli degli esperti per la gestione di cassa

    Il successo delle imprese si basa sempre di più su una riserva di liquidità adeguata. Sul nostro blog trovate alcuni consigli di esperti per migliorare la gestione di cassa e gestire al meglio l’incasso delle fatture.

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  • Finanziamenti alle PMI: via libera al credito alternativo

    Dalla CNA una proposta condivisibile per sostenere il finanziamento alternativo delle PMI attraverso il ricorso a piattaforme fintech innovative, a fronte della contrazione del credito bancario.

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  • Invoice Financing: l’anticipo fatture ora si fa online

    Sicuro e conveniente, l’invoice financing online offre nuove opportunità alle piccole e medie imprese per monetizzare subito le proprie fatture.

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  • Finanziamenti alle PMI: cosa pensano gli imprenditori della finanza alternativa

    Secondo una ricerca Amicus Finance il mercato della finanza alternativa per le Piccole e Media Imprese in UK è raddoppiato nell’ultimo anno. Al secondo posto le piattaforme di invoice finance. Ecco quali sono le previsioni degli imprenditori.  

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  • Anticipo fatture dalla banca: come fare in caso di rifiuto

    Anticipo fatture dalla banca: come funziona, quali sono le tempistiche

    L’anticipo fatture è una forma di finanziamento a breve termine per le PMI. Consiste solitamente nell’anticipo dell’importo delle fatture da parte di una banca. Nel linguaggio bancario questa operazione è definita comunemente “Fido per Anticipo Fatture” o, in gergo, “Castelletto bancario”. L’anticipo fatture può avvenire nelle forme di mandato all’incasso, o cessione del credito a titolo definitivo.

    Se da un lato non vi sono limiti di importo delle fatture per cui si richiede l’anticipo, il fido contrattato con la banca può prevedere un tetto massimo consentito ed è possibile che l’anticipo non copra l’intera somma delle fatture.

    [caption id="attachment_496" align="alignright" width="983"]anticipo fatture banca I tre motivi per cui una banca potrebbe rifiutare l'anticipo fatture[/caption]

    L’anticipo fatture da parte di una banca nei confronti di una PMI ha come obiettivo quello di consentire a un’impresa di ricevere liquidità immediata, senza aspettare il momento dell’incasso effettivo dei crediti commerciali pendenti.

    L’anticipo viene infatti accreditato dalla banca su fatture emesse e non ancora incassate né scadute. E' possibile estinguerlo sia prima della scadenza, pagando di tasca propria, sia chiedere una proroga qualora l’incasso non avvenga nei tempi previsti per insolvenza del debitore.

     

    Intesa Sanpaolo, Unicredit: come funziona l’anticipo fatture delle principali banche italiane

    La banca anticipa la quota che l’impresa si impegna a restituire entro la scadenza della fattura, dietro pagamento di interessi e commissioni che variano da istituto a istituto.

    A offrire questo servizio sono quasi tutti le principali banche italiane. Ad esempio Intesa Sanpaolo offre un servizio di anticipo fatture sia in filiale sia via web. Unicredit richiede di prenotare un appuntamento in filiale dove verranno presentate le fatture, mentre Banca Ifis offre un servizio che si estende anche al di fuori dei confini nazionali, rivolto alla clientela nazionale e internazionale.

    In tutti i casi l’operazione è subordinata alla presenza di un conto corrente nella medesima banca in cui si presenta la richiesta.

    Perché una banca dovrebbe rifiutare l’anticipo fatture?

    Alcuni istituti di credito potrebbero rifiutare un anticipo su fatture emesse nei confronti di clienti dell’impresa ritenuti non affidabili, perché protestati o notoriamente insolventi.

    Ugualmente il fido per anticipo fatture, si legge nei fogli informativi di alcuni istituti, potrebbe essere rifiutato in caso di un peggioramento della situazione debitoria dell’impresa richiedente il fido.

    L’anticipo fatture potrebbe diventare un’impresa difficile, quando non impossibile, in caso di aziende e PMI di nuova costituzione, soprattutto quando si tratta di importi elevati.

    Come riportato in un articolo del Sole 24Ore, il tasso del fido può subire variazioni al rialzo in base a mutate condizioni di mercato, quando non essere penalizzato dal fatto di avere tra i propri clienti la Pubblica Amministrazione, solitamente un pagatore poco affidabile quando si tratta di puntualità. Infine, le commissioni (almeno tre, secondo un articolo di Lettera 43, oltre al tasso base di sconto) collegate a questa forma di finanziamento sono spesso difficili da individuare e solo talvolta percepite al momento dell’estratto conto.

    Cosa fare quando una banca rifiuta l’anticipo fatture

     

    Le imprese che si sono viste rifiutare l’anticipo delle fatture da parte delle banche possono oggi rivolgersi a una piattaforma di invoice financing, come CashMe, per cedere subito i propri crediti commerciali a investitori qualificati.

    Le piattaforme di invoice financing consentono alle PMI di cedere le fatture a investitori professionali in base a un sistema competitivo di aste online grazie al quale la fattura, non ancora incassata, né scaduta, viene venduta al miglior offerente.

    A differenza degli istituti di credito, la vendita della fattura su una piattaforma di invoice trading non dipende particolarmente dal merito creditizio dell’azienda che cede i crediti commerciali ma soprattutto dal livello di solvibilità del debitore.

    Inoltre i costi sono estremamente chiari fin da subito, e ciò consente di evitare sorprese inaspettate.

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  • Anticipo fatture: gli 8 vantaggi della finanza alternativa per le imprese

    Nasce in Italia una nuova piattaforma per aiutare le imprese e in particolar modo le PMI a migliorare la gestione del cashflow tramite l’anticipo fatture online da parte di investitori qualificati, senza passare attraverso il canale bancario.

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