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L’invoice trading sempre più protagonista del settore della finanza alternativa in Italia, secondo i dati raccolti dal terzo quaderno di ricerca sul settore a cura del Politecnico di Milano.

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Grazie all’invoice trading, le PMI che si avviano alla chiusura del bilancio d’esercizio possono cedere i crediti commerciali senza aumentare il debito finanziario, nell’ottica di migliorare il rating dell’azienda.

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Cresce il numero di piccole e medie aziende che integrano criteri di sostenibilità all’interno delle scelte strategiche e di investimento, in vista di ritorni positivi in termini di immagine e – in un prossimo futuro – anche di merito creditizio.

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Mentre il totale della liquidità garantita dallo Stato tramite il Fondo di Garanzia supera il traguardo simbolico dei cento miliardi di Euro, cresce giorno dopo giorno il bisogno di canali di finanziamento immediati e complementari rispetto al credito bancario, soprattutto per le PMI più esposte di altre agli effetti della crisi.

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Factoring indiretto, o meglio ancora reverse factoring: per capire di che si tratta basta prendere come esempio una ipotetica azienda manifatturiera con 40 milioni di euro di fatturato annuo, soggetta a forti stress sui flussi di cassa per effetto della stagionalità del business. Grazie al reverse factoring di CashMe essa può immediatamente migliorare la gestione degli squilibri di cassa, pur continuando a pagare i singoli fornitori entro le scadenze concordate con questi ultimi.

Nel reverse factoring è il debitore ad avviare l’intero processo

A differenza del factoring tradizionale, nel reverse factoring è infatti il debitore – nel nostro caso l’azienda manifatturiera – ad avviare il processo con il fine di ottimizzare la gestione del proprio ciclo passivo e contemporaneamente supportare la filiera di fornitori. Questi ultimi, dopo essere stati selezionati dall’azienda debitrice ed essere stati abilitati dal team di CashMe, possono caricare le fatture sulla piattaforma di reverse factoring e ricevere subito liquidità immediata.

Durante tutto il processo sia le aziende debitrici sia i fornitori di queste ultime sono costantemente seguiti e accompagnati dal team di consulenti specializzati di CashMe, incaricati di abilitare le singole utenze e far firmare gli accordi di adesione ai fornitori selezionati dall’azienda che usufruisce del servizio di reverse factoring. Il riconoscimento delle fatture caricate dalla piattaforma può avvenire a sua volta sia in modalità manuale, sia essere interamente automatizzato per quanto riguarda aziende di dimensioni maggiori.

I requisiti e i vantaggi del reverse factoring di CashMe

Il servizio di CashMe Digital Reverse è operativo sul mercato dal 2019 ed è accessibile a medie e grandi aziende a partire da 20 milioni di euro di fatturato annuo, come nell’esempio riportato all’inizio di questo articolo, mentre per i fornitori è richiesto un fatturato annuo di almeno 500 mila euro. Da notare, infine, come la cessione delle fatture da parte dei fornitori avvenga sempre in modalità pro-soluto, con effetto ottimizzante sulla PFN e sul bilancio e senza alcun tipo di segnalazione in centrale rischi.

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